Fonte della foto: Barilla Center for Food & Nutrition
Il Centro "Food & Nutrition" di Barilla ha lanciato un'azione sul fronte dell'alimentazione per vincere i tre paradossi del mondo, oggi, e vuole presentare un Protocollo di azioni per Expo 2015, lavorando con quanti vorranno contribuire ed impegnarsi.
I tre paradossi sono:
- Spreco di alimenti: un terzo della produzione è sprecato e potrebbe nutrire i 900 milioni di persone malnutrite nel mondo. Che cosa dobbiamo fare?
- Agricoltura sostenibile: nonostante fame, malnutrizione e mancanza di accesso all'acqua dedichiamo un terzo del territorio agricolo per nutrire il bestiame (1kg di carne di manzo vale 15.000 litri di acqua), e una percentuale abnorme di raccolti serve a produrre biocarburanti. Che cosa dobbiamo fare?
- Stili di vita sani (leggasi obesità): per ogni persona malnutrita ci sono due obesi; 36 milioni di morti per mancanza di cibo e 29 milioni per eccesso di cibo. Che cosa dobbiamo fare?
Il documento che potete leggere qui, esplora queste contraddizioni e propone degli "impegni" per i sottoscrittori:
A. ridurre gli sprechi attraverso prevenzione, riuso per consumo umano, produzione di energia
B. promuovere una agricoltura sostenibile attraverso una produzione efficiente, la riduzione dei terreni per biocarburanti (max 5% dei raccolti), eliminare l'acquisto di strumenti finanziari speculativi sulle materie prime alimentari
C. migliorare i modelli/stili di vita promuovendo l'attività fisica, modelli alimentari sani (come la dieta mediterranea)
L'idea e lo schema sono molto interessanti, anche perchè saranno una specie di "testimone" a fine Expo 2015, da passare agli stakeholder del mondo che vogliano impegnarsi a render sostenibile l'alimentazione e la nutrizione.
Sui singoli contenuti, peraltro non definitivi, anzi aperti al contributo di tutti (ma non è ancora chiaro come sarà socializzata la produzione di questo documento!), ci sarebbe già oggi molto da dire.
Un esempio: combattere lo spreco è altamente raccomandabile, ma non si dovrebbe dimenticare che nei 20 o 30 anni necessari per raggiungere risultati misurabili e importanti, dovremmo agire per azioni di solidarietà, con banche alimentari, che redistribuiscano gratuitamente beni di prima necessità alimentare: di questo non c'è alcun cenno nel protocollo.
Sarà molto importante che la società civile, i cittadini, agiscano pro-attivamente, non lasciando il campo ai soli produttori e distributori.