II corona virus ha una data d'inizio per ognuno di noi, anche se le prime notizie sui media risalgono a dicembre 2019 quando il governo cinese lancia l'allarme. Oggi è il 14 marzo 2020 e la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato ufficialmente – da 11 marzo, la pandemia, cioè l'epidemia estesa a tutto il mondo:
Per me il virus ha una data d'inizio, il 20 febbraio 2020, quando sono a Milano per partecipare ad un evento organizzato da AMI, SOSLOG – associazione di logistica sostenibile, e dall'università Bicocca: una serata di musica, canto e disegni di sabbia condotta dal maestro Beppe Vessicchio durante la quale si dialoga col pubblico, circa 200 persone nella sala di Finarte a China Town in Milano. Il tema è la plastica mono-uso e la sfida che la plastica ha creato negli ultimi 60 anni: mari di plastica nei mari e nanoparticelle di plastica nella carne dei pesci.
Questa coincidenza, plastica e virus, ha qualche significato, che ognuno può dare: la mappa non è affatto chiara, ancorchè gli effetti del virus stiano creando un panico diffuso in tutto il mondo e i Governi agiscano con velocità differenti, quasi increduli per ciò che sta accadendo.
Io sono a Milano il 20 febbraio, partecipo al concerto, dormo a China Town nell'unico albergo, il Leonardo. Sono consapevole che il virus c'è e che si sta diffondendo e non sono preoccupato.
Cambiamo scena: oggi è il 14 marzo, è sabato, il mondo mi appare più che diverso, quasi precipitato in un caos di cui c'è consapevolezza solo nei paesi che hanno deciso una "quarantena" vera, cioè tutti a casa, con l'obbligo di starci e di muoversi solo per casi di necessità: lavoro, se proprio dobbiamo essere presenti, altrimenti c'è il lavoro da remoto (tutti lo chiamano smart working o "lavoro agile"); procurarsi il cibo, i negozi di alimentari sono aperti e riforniti. Il panorama è questo: strade quasi deserte nelle grandi città del Nord Italia, polizia e carabinieri e talvolta esercito che ci fermano per verificare se c'è una ragione plausibile, tra le due che ho citato, per trovarsi in strada, altrimenti scattano sanzioni economiche e penali, sino all'arresto, un vero e proprio coprifuoco.
Sto sognando? E' arrivato il "day after"? la realtà supera la fantascienza? Ho paura? Sono preparato per "stare a casa" e muovermi solo per necessità vitali? Io abito a Genova e dalla mia casa posso vedere il mare: è cambiato qualcosa nella natura o è solo un periodo di trasformazione sociale che sta raggiungendo tutta la popolazione mondiale?
Sono solo alcune delle domande che mi pongo. Ora voglio ricordare alcuni fatti, giusto per tornare ad una realtà "normale" che sembra un'ombra in lontananza.
Allora guardo con una mente cognitiva e razionale, alcuni fatti.
La Cina è uscita dall'incubo della epidemia: dopo un contagio prossimo a 100.000 persone, i nuovi casi di contagio sono oggi di qualche unità al giorno, dai picchi di qualche migliaio, e sono confinati nella provincia del Wuhan, che conta circa 62 milioni di persone. La quarantena è iniziata a gennaio ed è stata molto stretta, anzi totale. La mortalità non sembra essere "alta", come quella di una epidemia quale la SARS o l'EBOLA. I calcoli dicono che la mortalità è inferiore al 3% e che le classi di età più colpite sono quelle oltre gli 80 anni, che hanno un tasso del 15% di mortalità. I giovani, intendo da zero a 25 -30 anni, sembrano immuni, perchè i casi di contagio sono di fatto assenti.
L'Italia è il Paese subito dopo la Cina con oltre 17.000 contagi e oltre 1000 morti. Supera e distanzia due Paesi ad alto contagio: Corea del Sud e Iran.
I paesi europei hanno negato, sino a qualche giorno fa, la rilevanza del fenomeno; da ieri stanno reagendo con azioni dure e talvolta assurde: chiusura totale delle frontiere (come la repubblica Ceca), chiusura delle attività pubbliche (la Francia), indifferenza e misure blande (Gran Bretagna). La Commissione europea assicura un aiuto totale ed incondizionato all'Italia; ieri un volo aereo dalla Cina ha portato in Italia aiuti medicali per oltre 30 tonnellate ed una equipe medica per consigliare la Sanità italiana su farmaci, protocolli, sicurezze finalizzate alla cura e alla prevenzione della diffusione del contagio. Gli Stati Uniti, dapprima scettici e contrari a qualsiasi riconoscimento della epidemia, da ieri hanno proclamato lo stato di emergenza nazionale massimo e auto-esaltano le loro presunte capacità di affrontare la sfida. Oramai oltre 100 Paesi sono in emergenza.
Possiamo fare il punto? Ci provo.
Il virus la cui forma è oramai ben nota:
si replica attraverso il suo RNA (non ha un DNA) e attacca i polmoni, provocando una polmonite "interstiziale" che conduce alla morte i soggetti che hanno già altre sindromi (esempio: cardiocircolatorie) e un sistema immunitario debole o compromesso.
Si propaga soprattutto attraverso l'emissione di goccioline di uno starnuto o di un forte raffreddore da parte di soggetti contagiati; spesso questi soggetti sono "asintomatici", cioè hanno sviluppato la malattia, non si ammalano, producono anticorpi, e trasmettono il virus. I virus hanno, all'esterno del corpo umano, una vita brevissima, da qualche minuto a qualche ora e possono essere rimossi facilmente dalle superficie di oggetti con una disinfezione a base di alcohol e cloro.
Pur nella emergenza abbiamo questa fortuna: il virus è "contenibile". COME? Attraverso la "distanza sociale" di almeno un metro; la quarantena in casa è la soluzione che il nostro Governo Conte ha adottato per l'Italia e che terminerà, almeno in una prima fase, il 25 marzo 2020.
Le altre misure di contenimento, a livello individuale ed organizzativo, sono:
– lavarsi spesso (e bene) le mani;
– stare in casa per la quarantena;
– lavorare con le protezioni adeguate, ossia con apposite mascherine e talvolta guanti;
– sanificare le superfici di lavoro almeno giornalmente.
Come andrà a finire: è la domanda che mi pongo.
Voglio esaminare il "sistema", altrimenti c'è il rischio di inventarmi una mappa che mi soddifa ma che non si avvicina alla realtà.
Sistema significa che posso riconoscere alcune componenti essenziali, da descrivere e capire soprattutto nelle relazioni con le altre parti.
In primis ecco le "parti" che voglio esplorare:
– il sistema medicale di cura e di contenimento: le componenti più fragili, in Italia, sono le stazioni di terapia intensiva, limitate nel numero e nella operatività, che possono essere agite solo da "umani" altamente professionalizzati, come medici anestesisti e infermieri di terapia intensiva; è un collo di bottiglia su cui si sta intervenendo con grande energia; non abbiamo ancora raggiunto la saturazione totale delle macchine e quindi non dobbiamo fare scelte tra pazienti da salvare e pazienti da lasciare al loro destino, quindi senza terapia intensiva;
– il sistema produttivo e distributivo del cibo: è fondato su catene logistiche che stanno funzionando; dobbiamo mantenerle attive e funzionanti al meglio; le catene logistiche erano invisibili, ora le vediamo in azione!
– il sistema produttivo di beni: sta ancora funzionando appieno o ridotto, a seconda dei settori;
– il sistema delle relazioni tra umani: ridotto nella quantità, causa quarantena, ma migliorato nella qualità "molecolare" come la famiglia e/o le comunità di scopo, come nel caso dell'assistenza (volontariato, come esempio);
– le politiche di governance a livello Paese: le azioni decise dal Governo italiano sono eccellenti e sono riconosciute tali da istituzioni, come l'unione europea, dai Paesi, da singole persone in tutto il mondo. L'Italia sta diventando il "laboratorio" da cui imparare per decidere le migliori azioni di contenimento del virus. Molto bene, sono orgoglioso del mio Paese.
– le convinzioni degli umani: c'è una grande confusione e solo pochi umani riescono a diventare consapevoli, in tempi brevissimi, dei comportamenti necessari per il contenimento del virus: "io sto a casa" è lo slogan oggi condiviso ed attuato da una maggioranza di popolazione; anch'io sono in quarantena;
– le comunicazioni dei media: sono molto rilevanti per l'impatto e per l'influenza sulle decisioni degli individui e della aziende/organizzazioni; i media costituiscono i circuiti di feedback; sono "positivi" quando amplificano i segnali; sono "negativi" quando stabilizzano i comportamenti dell'utenza; è un equilibrio tra due "canali" egualmente importanti: da un lato si deve informare e attivare l'azione individuale e organizzata del contenimento; dall'altro lato si deve trasmettere il senso "risolutivo" delle nostre azioni individuali e collettive. Posso capire quanto si debbano bilanciare e perciò quanto sia difficile, oneroso e qualche volta paradossale e soprattuuto quanto si possa errare. L'errore deve essere considerato un effetto possibile, significativo e da correggere, ma non da esecrare. L'errore è una componente ineludibile di funzionamento del sistema;l
– i processi mentali- cognitivi, emozionali, istintivi, delle persone: le persone soffrono, empatizzano, reagiscono, producono pensieri razionali. Siamo esseri pensanti ed esseri che agiscono e che si relazionano con l'esterno, con altri esseri umani, altri animali, la natura. La complessità della persona è un fattore di cui posso essere sempre più consapevole; posso introdurre nel sistema "l'attore" umano e capirne i modelli di comportamento; non posso cambiare perchè me lo dice qualcuno, anche fosse l'autorità che riconosco; cambio perchè ristrutturo la mia "mente", cioè i processi di pensiero e l'azione; l'azione mi fa capire e mi aiuta a trasformarmi, ad imparare nuovi comportamenti.
Quale conclusione posso trarre? Una e nessuna ! L'avventura umana è continua e il corona virus mi sta offrendo diverse opportunità:
– capisco meglio la mia fragilità e quella degli umani: un piccolo, invisibile elemento della natura, il corona virus, sconvolge l'intera umanità;
– riconosco il bisogno profondo, strutturato, di relazionarmi con gli altri umani e possibilmente di collaborare per lenire la sofferenza e cercare soluzioni insieme;
– sto diventando più consapevole che la "lentezza" si può coniugare con la velocità necessaria e possibile; la velocità in assoluto non funziona bene;
– sto intuendo che sto percorrendo una "transizione", ove rischi e opportunità sono paradossalmente congiunti; un nuovo periodo di sviluppo mi appare e diventa possibile, purchè mi metta in viaggio per una trasformazione struttale di me e del mondo intorno.
Buon viaggio!
P.S. la relazione più interessante e credibile sul corona virus e sui cambiamenti che potrebbe indurre è il rapporto Mc Kinsey, che potete leggere qui: https://www.mckinsey.com/business-functions/risk/our-insights/covid-19-implications-for-business?cid=other-eml-alt-mip-mck&hlkid=0c9161c2e2ed44079b452c62336fdc0c&hctky=2324759&hdpid=5d2d919f-402a-4cc1-bb7f-cd772a29f8d0