Sarà la bellezza a salvare il mondo

La reggia di Caserta vista da un drone.

"Sarà la bellezza a a salvare il mondo": è la profezia di Dostoevskij. Ed è anche la chiusura di un libro intitolato " La cultura si mangia ! ", scritto da Bruno Arpaia (scrittore) e Pietro Greco (giornalista e conduttore radiofonico). Edizione Guanda, 2013.

Il libro popone una tesi ed avanza alcune proposte strategiche per l'Italia, sul tema della "cultura".

La tesi è che l'Italia deve cambiare strategia di specializzazione produttiva, dagli attuali prodotti e servizi a tecnologia medio-bassa verso prodotti/servizi ad alto contenuto di conoscenza (socialmente ed ecologicamente sostenibili), abbracciando il passaggio storico delle economie moderne verso la società della conoscenza. Dicono gli autori che l'Italia non lo sta facendo e che invece taglia gli investimenti pubblici e privati per la cultura.

Ma che cosa significa "industria della cultura e della creatività" e quanto conta nel PIL italiano. I dati riportati (anno 2011) dicono che vale circa 4,5 milioni di occupati e il 15% del PIL nazionale (fonte: ricerca di Unioncamere e Symbola); è creato da 1,535 milioni d'imprese, il 25% della base imprenditoriale italiana; 38 miliardi di export, pari al 10% del totale italiano.

Nell'industria della cultura troviamo sia  le attività umanistiche, sia quelle scientifiche e quindi:  Ricerca e Sviluppo (1,2% del PIL circa), artigianato di alta qualità, produzione artistica, istruzione e formazione, editoria, produzioni radio, televisive e cinematografiche, cura e gestione di beni culturali (edifici storici, musei, opere d'arte, ecc. ), opere degli architetti e  ingegneri liberi professionisti, sviluppo di software e di videogiochi, autori di opere dell'ingegno (scrittori, musicisti, ecc.), giornalisti e giornali, design.

Manca il ruolo dello Stato che ha invece prodotto vere e proprie rivoluzioni culturali ed economiche come a Bilbao e nella valle della Ruhr in Germania, ove l'intervento pubblico si è manifestato con una strategia e con forti investimenti (miliardi di €).

Che cosa propongono gli autori? Quattro interventi strategici:

  1. aumentare il numero di persone creative; 
  2. aumentare il numero di imprenditori hi-tech; 
  3. aumentare e focalizzare la domanda pubblica di beni e servizi comuni (non per il consumo individuale) verso:
    1. l'energia: cambiare il paradigma energetico nazionale da consumo di energie fossili a energie rinnovabili e all'efficienza energetica; la Germania col progetto DESERTEC vuole produrre energia dal sole nel Sahara e in Arabia; 
    2. la tutela del territorio, riducendone la fragilità: mitigare i rischi idrogeologici e sismici; il rischio di inquinanti tossici; contrastare e ridurre l'abusivismo edilizio; mitigare i disastri da calamità naturali; 
    3. tutela dei beni culturali: dalla mera conservazione alla produzione culturale,  al dialogo interculturale, alla promozione della lettura; 
    4. il rilancio dell'industria della cultura e della creatività: riforma degli istituti di cultura italiana nel mondo, traduzione dei libri italiani, sostegno alle discipline musicali e artistiche; rimozione dei vincoli alle produzioni autoriali; 
  4. sviluppare città intelligenti che creino habitat creativi: creare le condizioni nelle grandi città per la collaborazione e "contaminazione reciproca" tra talenti, tecnologi e committenti; creazione di luoghi comuni e condivisi di produzione; incubatori.

Che cosa ci ispira? il futuro si può prevedere  ma la mia ispirazione è che "il futuro si può costruire" e che l'innovazione è il motore della costruzione !

 

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Informazioni su Renzo

Sono imprenditore dal 1996, dopo una carriera di manager in grandi multinazionali italiane. Il mio focus d'impresa è l'innovazione. Le mie passioni sono risolvere problemi, ideare e realizzare progetti ad alto impatto sulla Società. Mi piace vivere sia nel mondo digitale, sia in quello fisico e passare dall'uno all'altro. Nel 2018 ho fondato la startup BRIT che ha come missione la valorizzazione di borghi italiani in via di spopolamento e le dimore storiche.

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